Descrizione
Il primo, impiantato nel 1997, è costituito da una collezione varietale dei principali vitigni a bacca bianca di interesse per la Regione Marche: Verdicchio bianco, Passerina, Pecorino, Maceratino ed altri.
Il vigneto è impostato su varie forme di allevamento a controspalliera come il Guyot, il capovolto, il cordone speronato ed il Sylvoz oltre al GDC.
Il secondo vigneto, impiantato nel 2012, è un vigneto di collezione di germoplasma viticolo locale fabrianese in cui sono presenti tre vitigni (o accessioni) autoctoni: la Vernaccia nera grossa (detta cerretana), il Petrignone ed il San Nicolò.
Il materiale vegetale reperito dal prof Sbaffi secondo il principio della selezione progressiva conservativa nel territorio fabrianese è stato riprodotto ed impiantato su portinnesto (1103P) e coltivato in controspalliera con forma di allevamento a Guyot. Di seguito vengono riportate alcune informazioni relative al reperimento delle accessioni sovramenzionate.
Vernaccia nera grossa (detta cerretana): si tratta di materiale che è stato prelevato da un areale molto ampio che va dalle zone di Nebbiano e Bassano nel fabrianese a Cerreto d’Esi ed a Matelica. Le gemme con la collaborazione dell’Università Politecnica delle Marche (Facoltà di Agraria Dipartimento SAPROV , prof.ssa Elisa Manni e Prof. Gianfranco Romanazzi) è stato controllato dal punto di vista sanitario e selezionato tra quello sano esente dalle principali virosi della vite. Il vitigno è stato iscritto nel registro nazionale delle varietà grazie anche agli studi storici condotti dal prof. Francesco Sbaffi. L’impianto presente a scuola rappresenta un prezioso presidio di collezione di materiale di propagazione di questo vitigno.
Petrignone: vitigno a bacca bianca, testimoniato nel fabrianese fin dalla fine dell’800 e dallo stesso Prof. Giuseppe Vivarelli nel 1925. È stato raccolto nelle zone di Nebbiano e Valleremita dal Prof. Francesco Sbaffi grazie a testimonianze orali di anziani viticoltori fabrianesi. Si tratta di un’accessione probabilmente sinonimo del vitigno autoctono marchigiano Garofanata iscritto recentemente al Registro Nazionale Varietà uve da vino al numero 463 e recuperato nell’areale di Castelleone di Suasa (AN). Nel nostro vigneto esiste una tipologia a sapore neutro ed una tipologia a sapore leggermente aromatico probabilmente riferibile al Moscato Bastardo descritto dall’ampelografo Bruno Bruni negli anni ‘60.
San Nicolò: vitigno a bacca bianca, testimoniato nel fabrianese fin dalla fine dell’800 e dallo stesso Prof. Giuseppe Vivarelli nel 1925. È stato raccolto nelle zone di Collamato e Bassano dal Prof. Francesco Sbaffi. Il vitigno non risulta al momento iscritto al Registro Nazionale Varietà uve da vino ed è ancora oggetto di studio per verificare eventuali sinonimie con altri vitigni già noti.